AGCOM: GIOVANI E INFORMAZIONE, UNA RICERCA SUI NUOVI BISOGNI (PIÙ O MENO SODDISFATTI)
Quanta
informazione richiedono i giovani? Verso quale tipo di informazione si
orientano e cosa, invece, riescono a trovare? Perché i giovani usano sempre più
i social e sempre meno i mezzi tradizionali? In altre parole, cos’è che
intercetta la domanda e la curiosità informativa dei giovani? Sono alcuni degli
interrogativi a cui cerca di dare risposta il rapporto L’informazione alla prova dei giovani, pubblicato oggi dall’Autorità per le Garanzie nelle
Comunicazioni. Lo studio, tenendo conto dell’eterogeneità e complessità del
mondo giovanile, utilizza una prospettiva innovativa che mette insieme la
domanda di informazione e l’offerta presente oggi in Italia.
Il
Rapporto di ricerca certifica anzitutto la fuga delle nuove generazioni dai
mezzi tradizionali – evidentemente legata a un’offerta che non soddisfa le
esigenze informative dei più giovani - e una vera e propria dipendenza
tendenziale verso una sola fonte informativa, la rete. L’elevata domanda di informazione tra i giovani
si scontra, di fatto, con limiti di confezionamento e stili espressivi
appiattiti su un’offerta tradizionale, decisamente troppo poco aggiornata
rispetto ai “linguaggi utenti”, favorendo una specie di segregazione dei
giovani nel mondo della rete, che diventa troppo spesso l’unico medium in grado
di dar voce alle loro esigenze informative. È così che i
giovani si rifugiano sempre più spesso sui social, e lo fanno per informarsi,
svolgere mille attività quotidiane, interagire tra loro, finendo così per
appartarsi entro i confini ristretti della generazione di riferimento.
Il
Rapporto rileva, inoltre, come l’informazione sia fonte di gratificazione e
felicità a tutte le età: leggere, cercare curiosità, informarsi sono attività
generatrici di soddisfazione e rappresentano sia uno stimolo che una risorsa
antistress per le generazioni mature come per quelle più giovani.
La
ricerca chiarisce, inoltre, che non tutta l’informazione si traduce in
soddisfazione, ma solo quella che più si attaglia ai punti di vista e agli
stili comunicativi delle diverse generazioni: l’informazione tradizionale per
le coorti mature, quella in rete per i giovani.